Torre Pellice (Torino), 25 agosto 2019 (SSSMV/02) – “Responsabilità” e “fede” sono le due parole chiave emerse dal culto di apertura del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi. Il culto è stato preceduto dal corteo dei membri del Sinodo (pastori, deputati, ospiti) partito dalla Casa valdese che ha percorso via Beckwith fino al tempio; è l’immagine di una chiesa che “cammina insieme”. Ad accogliere il corteo, il Coro nazionale ghanese in Italia che insieme alle Corali delle Valli e ai trombettisti della Val Pellice hanno condotto i momenti musicali del culto.
La predicazione, curata da Erica Sfredda, predicatrice locale, si è basata sul testo della I Lettera ai Corinzi, 15, 12-19, in cui si affrontano i temi della resurrezione, della predicazione e del rischio di una fede vana.
“Siamo parte di un ingranaggio di un mondo di morte – ha detto Sfredda -. Un mondo che permette che i bambini siano abbandonati, o abusati: costretti a lavorare, a fare i soldati, a prostituirsi, o a diventare organi di ricambio per i ricchi. Un mondo che quotidianamente registra il maltrattamento, se non addirittura l’assassinio, il femminicidio di donne comuni, che non vivono in Paesi in guerra, ma che sono le nostre vicine, le nostre amiche, le nostre sorelle, quelle che incontriamo al supermercato o negli uffici postali, o quelle che non vediamo più, perché sepolte in casa. La realtà è che spesso anche noi, membri di una Chiesa ‘impegnata’, viviamo, come direbbe Primo Levi, nelle nostre ‘tiepide case’, dimentichi, se non indifferenti, delle morti nel Mediterraneo, delle atrocità della Libia, delle crudeltà perpetrate nei tanti Paesi coinvolti in guerra, ma anche distratti rispetto alle morti sul lavoro, all’inquinamento crescente, alla distruzione della Terra in cui viviamo”.
Sfredda pone domande scomode, che interpellano il senso e la quotidianità di una comunità corresponsabile di ciò che avviene nel mondo e la fede in un Dio che è “con noi attraversando le frontiere”. La chiesa vive la sua testimonianza nella concretezza, ad esempio con l’impegno sociale per i diritti dei deboli, per l’ambiente, con i corridoi umanitari, con il programma rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) Mediterranean Hope e il percorso Essere chiesa insieme (ECI), con i credenti di diverse provenienze che radicano la loro vita e il loro servizio nel nostro Paese. Ma lo stesso apostolo Paolo “ci ammonisce e ci mette in guardia dal facile senso di appagamento che abbiamo sentito forse dentro di noi… Non è il nostro entusiasmo, o la nostra capacità di riempire le nostre chiese, e neppure la nostra carica umanitaria a fare la differenza. Tutto questo è importante, anzi vorrei dire fondamentale, ma nasce dallo Spirito Santo e si nutre di una fede che è radicata nella morte e resurrezione di Gesù”.
Nel corso del culto di apertura sono stati consacrati al ministero pastorale, con l’imposizione delle mani da parte del Corpo pastorale e di tutta la comunità riunita, Marco Casci, Sophie Langeneck e Nicola Tedoldi, che hanno sostenuto e superato ieri l’esame di fede.
I lavori del Sinodo proseguiranno fino al 30 agosto con due tappe di rilievo. L’incontro di domani, organizzato da Mediterranean Hope e Commissione sinodale per la Diaconia (lunedì 26 agosto, galleria Scroppo, via Roberto D’Azeglio 10, Torre Pellice, 12.30-14.45) dal titolo “Invece un samaritano lo vide e ne ebbe compassione”, con Riccardo Gatti, capomissione della Open Arms (in collegamento video), Giorgia Linardi, portavoce Italia della Sea-Watch e il pastore Randy Mayer della United Church of Christ, impegnato sulla frontiera tra Usa e Messico. Secondo appuntamento, la consueta serata pubblica, quest’anno sul tema “Diritto, diritti, verità, democrazia”, lunedì 26 agosto ore 20.45 presso il Tempio valdese di Torre Pellice, in via Beckwith, con Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, Maria Grazia Mazzola, giornalista, Marco Bouchard, magistrato; modera e introduce la serata Ilaria Valenzi, avvocata e responsabile legale FCEI.
La colletta raccolta durante il culto sarà devoluta al Centro ecumenico di ascolto di Pinerolo, che si occupa di accompagnare famiglie del territorio che vivono un disagio economico e sociale.
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