Roma (NEV/CS18), 19 marzo 2019 – “I nostri operatori sono a Lampedusa, come sempre pronti a collaborare alla prima accoglienza dei migranti che si trovano in queste ore sulla nave Mare Jonio di Mediterranea – dichiara Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope, programma rifugiati e migranti delle Chiese evangeliche italiane – . Come cristiani crediamo che il soccorso a chi rischia la vita sia un primario dovere morale e civile e per questo chiediamo alle autorità competenti di garantire ai profughi imbarcati sulla Mare Jonio un porto sicuro in tempi brevissimi.
Di fronte agli sguardi impauriti dei profughi e dei loro bambini appena soccorsi, come si fa a dire che le navi delle ONG minano la sicurezza dello Stato?
Di fronte al dramma dei profughi che scappano dall’inferno libico, la sicurezza dello Stato non sta nell’indifferenza o nella chiusura dei porti ma in giuste politiche di accoglienza concertate a livello europeo, rispettose delle norme in materia di diritti umani. E’ la forza del diritto a rafforzare lo Stato, non le misure muscolari nei confronti di poveri disgraziati che fuggono da guerre e persecuzioni o di chi li soccorre”.