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Rosarno, Mediterranean Hope: “Sfida non solo giudiziaria ma anche etica e culturale”

Paolo Naso: “Quanto sta emergendo a Rosarno, e non solo, grazie all’operazione “Faust” della Dda di Reggio Calabria che ha portato ieri provvedimenti cautelari per 49 persone, colpisce anche la società civile e le organizzazioni umanitarie che operano in Calabria. Siamo rammaricati e sconcertati per quanto le indagini stanno rivelando: un contesto in cui le mafie sembrano davvero agire indisturbate”.


Roma (NEV), 18 gennaio 2021 – “Quanto sta emergendo a Rosarno e non solo, grazie all’operazione “Faust” della Dda di Reggio Calabria che ha portato ieri all’arresto di 49 persone, –  dichiara Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, attivo a Rosarno da oltre un anno e mezzo, per la tutela dei diritti dei braccianti migranti –  colpisce anche la società civile e le organizzazioni umanitarie che operano in Calabria. Siamo rammaricati e sconcertati per quanto le indagini stanno rivelando: un contesto in cui le mafie sembrano davvero agire indisturbate.
Come chiese evangeliche e come parte attiva della società civile che a Rosarno si adopera ogni giorno per tutelare i più deboli, chiediamo che venga fatta piena luce sui legami tra mafie e politica.
Ci sentiamo parte lesa di questa vicenda che colpisce un territorio già complesso, mentre siamo impegnati in un lavoro che procede in mezzo a mille difficoltà, per tutelare i braccianti, i migranti e i soggetti più deboli della popolazione di Rosarno.
Ringraziamo le forze dell’ordine per il loro tempestivo intervento e confidiamo in un rapido pronunciamento della magistratura che chiarisca le singole responsabilità. Per parte nostra rinnoviamo l’impegno a proseguire le nostre attività in Calabria: con Medici per i Diritti Umani (Medu) stiamo effettuando tamponi gratuiti alla popolazione e continueremo a farlo.
Continueremo a chiedere che vengano “smontati” i ghetti dove vivono i migranti che lavorano nei campi, persone che meritano condizioni di lavoro e di vita dignitose. Sappiamo però che il problema è anche etico e culturale: le mafie prosperano in un contesto in cui non esiste cultura della legalità, senso della responsabilità e morale civica. Questo è un problema, più che giudiziario, morale e culturale, e come chiese intendiamo affrontarlo con la stessa serietà con cui ci mettiamo a disposizione per risolvere l’emergenza umanitaria.
Il messaggio che vogliamo rivolgere alla popolazione di Rosarno è che siamo insieme nella lotta per la giustizia e la legalità: la Calabria non può e non deve arrendersi perché non appartiene alla criminalità”.