Primo corridoio umanitario dell’anno. Grazie all’iniziativa della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, Tavola Valdese e S.Egidio, sale così a 1891 il numero dei siriani e delle siriane arrivati in sicurezza e legalità nel nostro Paese, dal 2015 a oggi.
Roma (NEV), 31 gennaio 2020 – Sono sbarcati questa mattina all’aeroporto di Fiumicino 86 beneficiari del primo corridoio umanitario del 2020.
Donne, uomini e 42 minori arrivati in sicurezza e legalità, con le loro valige, grazie al progetto della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, Tavola Valdese e S.Egidio. Provengono da varie zone della Siria: Homs, Aleppo, Damasco, principalmente. Hanno vissuto tutti in Libano, chi per alcuni mesi chi per anni, chi in una casa, chi in un campo profughi al confine con la Siria.
Oggi, l’arrivo a Roma, con un regolare volo di linea Alitalia. Questa mattina, dopo le procedure per l’iter della richiesta del permesso umanitario, sono stati trasferiti in varie destinazioni, in tutta Italia, dalla provincia di Firenze alla Casa delle culture di Scicli. Saranno accolti dalla Diaconia Valdese (CSD) e dalle realtà che si occupano nei diversi territori del percorso di accoglienza ed integrazione.
“I corridoi umanitari sono un modello che ha dimostrato di funzionare – ha dichiarato questa mattina Federica Brizi, responsabile dell’accoglienza della FCEI – , grazie all’accoglienza diffusa. Per questo vogliamo proseguire ed implementare il progetto umanitario, allargandolo ad altri Paesi”.
“Ogni arrivo di profughi dal Libano attraverso i corridoi umanitari è una vittoria della civiltà giuridica e di una buona politica di accoglienza dei profughi – ha commentato Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della FCEI -. Il punto di forza di questa esperienza è che si è dimostrata sostenibile e capace di garantire la sicurezza sia dei migranti che degli italiani che accolgono persone conosciute, di cui sono state verificate la storia personale, le sofferenze e le violenze subite. I corridoi umanitari restano l’alternativa più concreta e pratica ai viaggi sui barconi e alla violenze subite da chi si affida ai trafficanti di esseri umani. Per questo devono essere rafforzati e ampliati.
Ora prosegue il nostro impegno per europeizzare i corridoi umanitari e a questo riguardo abbiamo già presentato una proposta nelle sedi comunitarie che a breve riproporremo al presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Al tempo stesso ribadiremo il nostro no ad accordi con la Libia, un paese in guerra che non ci dà garanzie minime di tutela dei diritti umani. Anche in questo caso la strada è quella di un corridoio umanitario che conduca i profughi in sicurezza verso l’Europa, nell’ambito di accordi stipulati dai paesi volenterosi. Si tratta insomma di cambiare strada, di cancellare i decreti Salvini che stanno generando illegalità e insicurezza e riorientare le politiche migratorie verso strategie sostenibili, costituzionali e all’altezza della tradizione del diritto umanitario europeo”.
Fino ad oggi sono arrivate in Italia, attraverso i corridoi umanitari di FCEI, Tavola valdese, S.Egidio, suddivisi in 25 viaggi in aereo, 1891 persone dal Libano.