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Usa-Iran, FCEI: “Non nominare il nome di Dio invano”

“Il Dio in cui crediamo è il Dio che “fa cessare le guerre fino all’estremità della Terra; rompe gli archi, spezza le lance, brucia i carri da guerra” (Salmo 46, 9)”.


Roma (NEV), 8 gennaio 2020 – “Non possiamo abusare del nome di Dio e bestemmiare il suo nome arruolandolo in una guerra che è solo di uomini che cercano di affermare il loro potere”. Lo afferma il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, pastore Luca Maria Negro, reagendo a diverse dichiarazioni della Casa Bianca e del Segretario del Dipartimento di Stato, che giustificano l’azione militare USA contro l’Iran con motivazioni che avrebbero la loro radice nella Bibbia e nelle profezie dell’Antico testamento. “Utilizzare la Bibbia o un altro libro sacro per giustificare un’azione militare non è legittimo neanche nel nome di una interpretazione letteralista del testo – prosegue Negro – . Concludere che è Dio che ci chiama alla guerra è addirittura blasfemo e non si può giustificare perché  tante volte è accaduto nel corso della storia. C’è sempre un tempo per convertirsi, per distruggere le spade e trasformarle in aratri in un mondo pacificato. E per noi cristiani di oggi, che abbiamo assistito allo scempio bellico del secolo scorso, quel tempo è ora. Per questo – conclude il presidente della FCEI – esprimiamo la nostra solidarietà ecumenica alle chiese e alle comunità di fede che in tutto il mondo si stanno mobilitando per fermare l’escalation dello scontro tra Usa e Iran. Insieme a loro ribadiamo che il Dio in cui crediamo è il Dio che “fa cessare le guerre fino all’estremità della Terra; rompe gli archi, spezza le lance, brucia i carri da guerra” (Salmo 46, 9)”.