Roma (NEV CS/27), 10 maggio 2019 – «La notizia dell’ennesima strage è la conseguenza della politica dei porti chiusi – dichiara Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI) – . Speriamo che non si confermi il tragico bilancio di nuove morti nel Mediterraneo. In ogni caso gli innumerevoli naufragi impongono un rinnovato impegno per il soccorso in mare, nel rispetto delle leggi che impediscono i respingimenti automatici e di massa in un paese non sicuro e in guerra come la Libia.
Come evangelici rinnoviamo il nostro sostegno alla Mare Jonio della Ong Mediterranea e alle altre navi bloccate o ostacolate da provvedimenti che appaiono una ritorsione nei confronti di chi ha il coraggio di intervenire in soccorso di chi rischia la vita per fuggire dalle violenze in Libia.
Di fronte alle tragedie che ormai non si contano più, ci si deve mettere intorno a un tavolo per ragionare su come coordinare gli interventi di soccorso in mare e come aprire quel grande corridoio umanitario europeo che le chiese evangeliche stanno chiedendo da tempo».