Il presidente della FCEI, pastore Negro, sul sequestro della nave “Open Arms” della ONG Proactiva: “solidarietà a chi ha il coraggio di impegnarsi nelle attività di ricerca e soccorso in mare nel nome del diritto alla vita e della protezione dei profughi in condizioni di grave vulnerabilità”, e al tempo stesso dichiara la sua fiducia nel fatto che “Proactiva potrà dimostrare di avere operato esclusivamente per finalità umanitarie e nel perimetro delle norme del diritto internazionale del mare”.
Roma, 19 marzo 2018 (NEV/CS12) – Il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ha deciso oggi di aprire una nuova area di azione nell’ambito di “Mediterranean Hope (MH) – Programma rifugiati e migranti della FCEI”, sostenendo associazioni impegnate in questo intervento umanitario e partecipando a missioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo.
“Nel prendere questa decisione – spiega il presidente della FCEI, pastore Luca Maria Negro, – la Federazione delle chiese evangeliche in Italia ribadisce che il soccorso in acque internazionali a profughi che scappano in condizioni disperate da persecuzioni, violenze e torture non è un reato ma, al contrario, un dovere morale che, per noi cristiani, ha anche profonde motivazioni bibliche e teologiche”.
La decisione fa seguito alla positiva esperienza realizzata da operatori di MH con la ONG Proactiva che, con la sua nave “Open Arms”, all’inizio di marzo ha consentito il salvataggio di oltre 200 persone.
In riferimento al successivo sequestro della “Open Arms” da parte della magistratura, il presidente della FCEI esprime solidarietà a chi “ha il coraggio di impegnarsi nelle attività di ricerca e soccorso in mare nel nome del diritto alla vita e della protezione dei profughi in condizioni di grave vulnerabilità”, e al tempo stesso dichiara la sua fiducia nel fatto che “Proactiva potrà dimostrare di avere operato esclusivamente per finalità umanitarie e nel perimetro delle norme del diritto internazionale del mare”.