Roma, 29 marzo 2017 (NEV/CS11) – “I dati ISTAT sulla violenza contro le donne resi noti ieri non danno motivo per rallegrarsi. Se da una parte cresce la consapevolezza del problema, dall’altro le cifre continuano ad essere terribilmente inquietanti”, è il commento di Dora Bognandi, presidente della Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI), che domani sarà a Montecitorio per consegnare nelle mani della presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini le 5158 firme raccolte con le petizioni contro la violenza sulle donne – una per le donne, l’altra per gli uomini – lanciate l’anno scorso dall’organismo composto da donne battiste, valdesi, metodiste, luterane, avventiste, salutiste in Italia, nonché da donne riformate del Canton Ticino in Svizzera.
Dai dati dell’indagine multiscopo sulla “Sicurezza delle donne” condotta dall’ISTAT con il Dipartimento per le pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, emerge che la violenza maschile contro le donne declinata nelle sue varie forme è un fenomeno ampio, diffuso e polimorfo, che incide gravemente sulla loro quotidianità.
“L’imperativo – prosegue Bognandi – è non abbassare la guardia, anzi raccogliere tutte le forze disponibili per affrontare con efficacia questo problema, e bisogna farlo in maniera multidisciplinare: con la prevenzione, l’educazione, l’informazione, la formazione, la collaborazione fra tutti e tutte coloro che operano per sconfiggere la violenza. La politica deve continuare a incrementare le misure legislative e amministrative per soccorrere le donne che subiscono violenza – e i figli che vi assistono – con misure efficaci e durature, ma tutte le altre istituzioni, come le chiese, devono assumersi la responsabilità di operare in maniera continuativa, affinché si promuova una mentalità rispettosa nei confronti delle donne”.
In un’intervista a Riforma.it la presidente della Camera, relativamente all’autocoscienza maschile, chiede un “salto di qualità”: “Perché la causa del problema sono gli uomini. Sono loro che ritengono ‘naturale’ picchiare una donna che ha scelto di chiudere un rapporto, sono loro che, solitamente, comprano una bottiglia di acido. E’ soprattutto ai violenti che bisogna rivolgersi, prendendo sul serio, e sin dall’inizio, le denunce delle donne e avviare un’azione di prevenzione che abbia negli uomini il target specifico, come giustamente chiede l’appello della FDEI. Lavorando anche su quelli che violenti non sono, e che devono imparare a prendere le distanze dai picchiatori”.
L’appuntamento è domani 30 marzo, alle 16.30 a Montecitorio. Le delegazione sarà composta, dalla presidente FDEI Bognandi (avventista), Maria Antonietta Caggiano (luterana), Mirella Manocchio (metodista), Barbara Oliveri (valdese), Virginia Pavoni (Esercito della Salvezza), Rosetta Uccello (battista). Sarà presente all’incontro l’on. Luigi Lacquaniti (valdese).
Secondo i dati ISTAT il 21% delle donne, oltre 4,5 milioni, ha subito nel corso della propria vita atti sessuali degradanti e umilianti, rapporti non desiderati, come violenza, abusi o molestie fisiche sessuali gravi come stupri o tentati stupri. 1 milione e 157 mila nelle sue forme più gravi, lo stupro (653mila) e tentato stupro (746mila). E ancora: il 20,2% delle donne tra i 16 e i 70 anni, 4,3 milioni, è stata vittima di violenza fisica, minacce, schiaffi, pugni, calci. Un crescendo che nell’1,5% dei casi ha portato a danni seri e permanenti, per strangolamento, ustione, soffocamento. Se il 31,5% delle donne ha subito nella propria vita una forma di violenza fisica o sessuale, il 13,6% da parte del partner o dell’ex, “l’asimmetria di potere” può sfociare anche in gravi forme di svalorizzazione, limitazione, controllo fisico, psicologico ed economico. Il 40,4% delle donne, oltre 8,3 milioni di donne, è stata vittima di violenza psicologica. La “violenza economica” all’interno della coppia tocca il 4,6% delle donne.